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La piccola mostra raccoglie nello spazio espositivo al piano terra della nuova sede di Via Nirone una trentina di pezzi scelti esclusivamente dalle collezioni greca, etrusca, romana ed egizia del museo sul filo conduttore della musica antica. La mostra ha aperto i battenti assieme all'esposizione "Nutrire il corpo e lo spirito. Il significato simbolico del cibo nel mondo antico" in occasione dell'inaugurazione del nuovo assetto del museo, che ha raddoppiato i suoi spazi e rinnovato gran parte delle sue sezioni.
"Suoni Silenti" è un vero e proprio piccolo saggio introduttivo sulla musica antica ripartito sui vari pannelli e accompagnato da numerose fotografie e dal frequente richiamo a brani "d'autore" greci e latini, che permettono di approfondire alcuni aspetti culturali legati alla musica e di verificare direttamente la complessità della riflessione teorica che sempre accompagnò la musica nell'antichità, in particolare greca.
In una mostra pur così ridotta ci si è posti l'obiettivo di ripercorrere tutti i punti fondamentali della musica greca, etrusca e romana. L'argomento è certamente molto ostico e coinvolge filologia, metrica, filosofia e antropologia e ancor oggi è uno dei punti più centrali e dibattuti tra gli studiosi del mondo antico. La complessità della materia, anche se non affrontata direttamente, traspare dal ricco testo dei pannelli, che sembra adatto a un pubblico in possesso di qualche nozione di base sulla poesia e la cultura classica.
L'epigrafe iniziale, tratta da un breve articolo di Salvatore Settis apparso una decina d'anni fa su "Dioniso", ben sintetizza il ruolo fondamentale della musica nel mondo antico, in particolare greco, di cui penetrava ogni singolo aspetto, dall'intera produzione poetica, ai riti religiosi, alle cerimonie e alle ricorrenze, ai momenti di convivialità. L'importanza della musica nella classicità è paradossalmente accompagnata dalla perdita pressochè totale delle composizioni, mentre le fonti, spesso incomplete e contraddittorie, ci permettono di ricostruire molto poco delle regole e delle caratteristiche della melodia antica.
La prima parte della mostra è dedicata proprio ai vari aspetti della musica greca, agli strumenti e ai generi musicali, ciascuno con le proprie ferree leggi e precise funzioni all'interno (o all'esterno) delle complesse dinamiche che regolavano la polis. Sui vasi esposti il visitatore potrà trovare raffigurati gli strumenti a fiato e a corde descritti nei pannelli, dall'aulos, al barbitos, alla lyra, alla kithara, tra le mani di severi efebi attici e di matrone apule dalle movenze civettuole, spesso con l'aiuto di puntuali descrizioni della scena raffigurata accanto alla didascalia.
Qualche paragrafo è dedicato alla complessa questione della notazione musicale greca, tuttora molto dibattuta, accompagnata dalla fotografia del famoso papiro Vindob. G 2315 che contiene una breve sezione corale dell'Oreste corredata da notazioni musicali (risalenti a Euripide?), mentre qualche parola è spesa sul valore prettamente etico dei nomoi musicali e al complesso dibattito che si sviluppò attorno a essi a più riprese nella storia greca a opera, tra gli altri, dei Pitagorici, di Aristotele e in particolare del Platone delle Leggi.
Si mettono poi a confronto la musica di Apollo e quella di Dioniso, i due poli divini attorno ai quali si organizzano molti aspetti della cultura greca: gli agoni musicali sotto l'egida mitica di Apollo e gli strumenti - tympanon, krotala e aulos - dell'estasi bacchica. Numerosi crateri e vasi potori apuli e attici con immagini di riti e scene dionisiache e apollinee, assieme a figurine fittili di suonatrici e suonatori di cetra e tympanon, concludono la sezione relativa alla musica greca.
Un breve accenno è dedicato alla musica dell'Etruria, ancora piuttosto misteriosa come numerosi aspetti della sua civiltà, rappresentata da una hydria e da una suggestiva olpe con un anziano e ispirato suonatore di barbitos.
Della musica romana si mettono in luce l'aspetto rigidamente rituale della musica dei tibicines, indispensabili per il corretto svolgimento dei sacrifici tradizionali, e i caratteri multietnici delle melodie collegate ai culti esotici e orientali che grande (e discussa) fortuna ebbero nei secoli dell'Impero. Troviamo alcune lastre Campana con suonatori di tibiae e numerosi frammenti di sistri egiziani risalenti al VII-IV secolo a. C. assieme a un sistro e a un frammento di sistro della primissima età imperiale. I pannelli approfondiscono le varie tipologie di strumenti diffusi nel mondo romano con particolare attenzione alla musica dei culti isiaci e di quelli della Magna Mater, riproponendo in fotografia la celebre patera di Parabiago, esposta nel percorso permanente del museo, con il trionfo di Cibele e dell'amato Attis, ciascuno con lo strumento tradizionalmente associato loro, il tympanum e la syrinx.
Un piccolo spazio è dedicato agli edifici romani dedicati alla fruizione della musica, i teatri e gli odeia.
La visita è accompagnata dalla ricostruzione di una musica romana di strumenti a fiato ("Synaulia"), che comunica con immediatezza al visitatore la forte diversità tra la musica a cui siamo abituati e quanto si può ricostruire, sempre con un largo margine di incertezza, della musica antica.
Autore/autrice scheda: Chiara Ballestrazzi