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La prima retrospettiva italiana sulla recente attività (1995/2007) del massimo artista “tecnologico” in circolazione testimonia del nuovo dialogo di Bill Viola con la storia dell’arte, tra dittici al plasma e cinetiche pale d’altare, predelle di schermi e sudari elettronici. L’impronta forte dell’allestimento della Perov punta al coinvolgimento totale ed emotivo dello spettatore. Il percorso è concepito come una partitura tematica in due movimenti, con una fuga finale: Bodies of Light (2006) chiude la prima sezione di sette sale oscurate, immettendoci in un corridoio illuminato. Infine di nuovo il buio, con Ocean without a shore (2007) che chiude il cerchio, rievocando suggestivamente The Crossing.
Qualità delle opere, efficacia della struttura espositiva e scrupolo documentario rendono questa mostra una preziosa perla nello scarno panorama delle esposizioni di videoarte in Italia.
Autore/autrice scheda: Sandro Morachioli